Incontinenza urinaria

E’ definita come:

“La manifestazione di una qualsiasi perdita involontaria di urina” 

(International Continence Society)

e nel 2017 ne hanno sofferto 400 milioni di persone nel mondo (WFIR World Federation of Incontinence Patients), in Italia circa 4,2milioni, praticamente 1 donna su 3 e 1 uomo su 8 ( iI 15% degli uomini dopo prostectomia). Il 20% delle gestanti ne soffre durante la gravidanza e il16% delle donne dopo il parto.

L’incontinenza urinaria può essere causata da un danno al sistema nervoso centrale (cervello e/o midollo spinale), oppure da un problema all’apparato urinario; qui parliamo delle forme di incontinenza urinaria di quest’ultimo genere.

Come si può immaginare questo problema ha un forte impatto sulla qualità della vita delle persone che ne soffrono. Infatti questo sintomo è molto spesso accompagnato a disagio, sensazioni di imbarazzo e frustrazione, per la paura che la perdita possa essere percepita da chi gli sta intorno (odore, vestiario bagnato, ecc.). Per questo motivo chi ne soffre spesso limita le attività sociali, modifica le relazioni familiari e personali in genere, fino a determinare una perdita dell’autostima. Il suo impatto è stato valutato andare a minare maggiormente la sfera emotiva delle persone (37%) ma anche la sfera sociale (34%) quella professionale (13%).

Per non parlare sei costi sanitari e sociali che vengono stimati essere circa 2,5- 3 miliardi di euro l’anno (FINCOPP 2016)

L’incontinenza urinaria viene classificata in tre tipologie differenti in relazione alla causa che ne provoca il sintomo:

Incontinenza urinaria da sforzo

(49%) cioè una perdita involontaria di urina associata a sforzo, fatica, starnuto o colpo di tosse. Durante questi momenti si ha un aumento della pressione all’interno dell’addome e quindi anche della vescica; se i muscoli del pavimento pelvico sono ipotonici, cioè deboli non riescono a chiudere adeguatamente l’uretra e si determina la fuoriuscita involontaria dell’urina.

Incontinenza urinaria da urgenza

(22%) è definita come la perdita involontaria di urina accompagnata, o immediatamente preceduta, da improvvisa, impellente e indifferibile necessità di urinare. Dipende da un’ attività eccessiva e anomala della vescica, che si contrae anche se non è completamente piena.

Incontinenza urinaria mista

(29%): perdita involontaria di urina associata sia all’ urgenza che a sforzo, fatica, starnuto o colpo di tosse.

 

I FATTORI DI RISCHIO

Soffre di Incontinenza urinaria il 25- 30% delle persone sotto i 65 annie il30-50% di quelle al di sopra dei 65 anni., ma anche il sesso dato che le donne sono più colpite.

La gravidanza è un periodo a rischio perché con l’aumento dei peso del feto in formazione i muscoli del pavimento pelvico sono stressati per sostenerlo e allo stesso tempo sono impegnati a mantenere la continenza urinaria e fecale. Spesso si risolve autonomamente ma può essere predittiva di un peggioramento con un’altra gravidanza o con la menopausa. Le donne che durante il parto hanno subito l’episiotomia, cioè l’incisione chirurgica del perineo, nel tempo possono avere maggiori probabilità di sviluppare incontinenza urinaria, l’intervento indebolisce la muscolatura e il sostegno pelvico.

Anche l’eccesso di peso corporeo grava sugli organi e sui muscoli pelvici, indebolendoli progressivamente.

Gli sforzi eccessivi sottopongono i muscoli addominali a lavori elevati che con l’aumento della pressione interna possono danneggiare la muscolatura pelvica, portando conseguentemente all’incontinenza urinaria. Stesso discorso vale per chi soffre di stitichezza cronica.

La menopausa porta fisiologicamente ad una riduzione degli estrogeni, in una donna provoca una perdita di trofismo, cioè tonicità dei tessuti. Questo non porta necessariamente all’incontinenza se la muscolatura viene allenata correttamente

 

nel prossimo articolo Proviamo a capire meglio come funziona il nostro corpo e come migliorare i nostri sintomi 

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