Trattamento dell’instabilità di spalla

La diagnosi di spalla instabile è di competenza medica e prevede l’anamnesi remota e prossima, fondamentali per valutare la causa/meccanismo di instabilità (attività lavorativa, sport, evento traumatico, patologie passate in regione di spalla) e la valutazione della presenza di iperlassità tramite la scala di Beighton per l’ipermobilità così da poter discriminare la causa genetica.

 

Noi fisioterapisti effettuiamo una valutazione funzionale del paziente nella sua globalità, ponendo particolare attenzione all’aspetto posturale e in particolar modo ad eventuali asimmetrie, scapole alate, e scarso tono muscolare. Viene valutato poi il range di movimento attivo e passivo, per poi passare alla valutazione muscolare in termini di forza e lunghezza. Vengono valutati infine alcune posizioni funzionali cercando di apprezzare la qualità del movimento confrontando con l’arto controlaterale e vengono svolti poi dei test speciali che hanno la capacità di discriminare la presenza di instabilità con ragionevole sicurezza.

Quale trattamento?

La chirurgia è un trattamento spesso proposto in caso di instabilità, soprattutto per lussazioni  traumatiche. L’indicazione per questo tipo di trattamento è di pura competenza medica.

Se viene scelto questo tipo di trattamento la fisioterapia post-operatoria diventa fondamentale per ottenere la completa funzionalità della spalla e può essere iniziata dalla prima giornata post-operatoria.

Il trattamento riabilitativo conservativo si andrà a focalizzare su quelle che sono le limitazioni nella vita di tutti i giorni col fine di recuperare la massima funzionalità possibile.

Le opzioni terapeutiche prevedono in primo luogo una componente educativa per prevenire 

ricadute, interventi di rieducazione posturale e controllo del pattern motorio in specifiche azioni, rinforzo dei gruppi muscolari che si occupano di stabilizzare la spalla (cuffia dei rotatori, deltoide e stabilizzatori della scapola), allungamento delle strutture che forniscono la parete posteriore alla testa omerale e ai muscoli che favoriscono l’anteriorizzazione dell’omero.

Inoltre interventi di terapia manuale verranno utilizzati per aumentare la mobilità, se limitata su tutte le articolazioni che coadiuvano il movimento di spalla (gleno-omerale, acromio-clavicolare, sterno-clavicolare, a il segmento cervico-dorsale della colonna).

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