Cos’è l’instabilità di spalla

Hai avuto una lussazione o sublussazione di spalla in passato?
Hai dolore alla spalla anche da fermo?
Stai meglio se ti tieni la spalla con l’altra mano?
Potresti soffrire di instabilità di spalla
scopri che cos’è

 

Con il termine “instabilità di spalla” o “instabilità gleno-omerale” ci si riferisce all’incapacità della testa omerale di mantenersi adesa alla cavità della fossa glenoidea (la glena è la porzione della scapola deputata ad articolarsi con la testa omerale).

Ci sono vari elementi responsabili della stabilità della spalla che se “sani” permettono alla testa omerale di rimanere nella sua posizione ideale in tutti i movimenti della spalla, che ricordiamo essere l’articolazione più mobile del corpo.

L’instabilità può essere anteriore, posteriore o multidirezionale e può avvenire per cause traumatiche o atraumatiche.

 

La stabilità della spalla dipende da vari fattori che vengono accorpati in due classi: gli stabilizzatori statici e gli stabilizzatori dinamici.

Gli stabilizzatori statici sono considerati i principali stabilizzatori di questa articolazione e sono 5

  • 3 legamenti gleno-omerali (che limitano la traslazione eccessiva dell’omero in specifici movimenti nei tre piani dello spazio)
  • labbro glenoideo che aumentando la profondità e la superficie articolare rende più stabile l’articolazione
  • pressione intrarticolare negativa (minore della pressione atmosferica) che permette di aumentare la congruenza e l’adesione dei due capi articolari.

Gli stabilizzatori dinamici invece assistono gli statici solamente durante il movimento; vengono suddivisi in primari e secondari. Tra i primari individuiamo la cuffia dei rotatori, il deltoide e il capo lungo del bicipite; tra i secondari invece abbiamo il grande rotondo, il gran dorsale e il gran pettorale.

Anteriormente  possiamo trovare uno spazio chiamato “intervallo della cuffia dei rotatori” che permette un aumento della traslazione anteriore della testa omerale per la mancanza di strutture che possano supportare la capsula articolare anteriormente.

 

Classificazione

La classificazione tipica delle instabilità prevede due tipi principali: l’instabilità traumatica e l’instabilità atraumatica.

L’instabilità traumatica è la più comune, soprattutto nei soggetti più giovani, ed ha un tasso di reinfortunio molto alto. In questo tipo di instabilità la dislocazione avviene anteriormente nel 90% dei casi. Il meccanismo di infortunio in questo caso avviene in seguito di incidenti o cadute dove il braccio si trova a 90° sollevato all’altezza della spalla e ruotato esternamente.

L’instabilità atraumatica può avere due cause: instabilità congenita dovuta ad alterazioni presenti dalla nascita e instabilità cronica ricorrente dovuta ad episodi multipli di lussazioni precedenti in particolare per lesioni del labbro glenoideo o microtraumi frequenti.

L’instabilità congenita potrebbe essere il risultato di una gleno ipoplastica, un diametro antero-posteriore ridotto della glena, aumentata retroversione della glena, alterazioni istologiche della glena (quantità di elastina e collagene), alterazioni ossee.

L’instabilità cronica ricorrente è molto spesso causata da movimenti ripetuti in extrarotazione con braccio sollevato, questa instabilità è infattimolto frequente in sport come la ginnastica, baseball, softball, tennis e nuoto. Ci sono varie ipotesi sulla dinamica di questo tipo di problema, in particolare si pensa che l’indebolimento graduale degli stabilizzatori possa portare a questo tipo di problema così come l’irrigidimento della cuffia posteriore che determina uno scivolamento anteriore della testa dell’omero. In questo tipo di instabilità sono frequenti lesioni associate tipo Bankart, Hill Sachs, SLAP, HAGL, ALPSA.

 

Un’altra classificazione spesso usata è invece rispetto al regione dove avviene la dislocazione, e quindi avremo instabilità anteriori, posteriori e multidirezionali.

L’instabilità anteriore presenta come sintomi più comuni un click anteriore alla spalla, dolore sia anteriore che posteriore, sensazione di avere il braccio informicolito e freddo dopo aver effettuato un movimento di lancio. Dal punto di vista clinico il paziente presenta positività nei test per l’instabilità anteriore e una mobilità eccessiva anteriormente nella regione di spalla.

L’instabilità posteriore presenta segni clinici molto simili all’anteriore, in particolare il dolore e un rumore, un “click” in regione articolare di spalla. Spesso si associa ad impingement di spalla, deficit di rotazione interna del braccio, e traslazione eccessiva della testa omerale posteriormente.

L’instabilità multidirezionale si caratterizza per un dolore diffuso che il paziente non riesce a localizzare con precisione, lassità antero-inferiore, traslazione eccessiva dell’omero in tutte le direzioni, e impingement secondario all’instabilità.

 

 

I dati per questa problematica non sono molti, ma sappiamo che il 98% dei casi di prima lussazione avvengono anteriormente mentre il tasso di recidiva (percentuale di persone che hanno nuovi episodi di lussazione) è molto alto negli under 20 (66-100%) e diminuisce gradualmente con l’aumentare dell’età.

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