Tendinopatia della cuffia dei rotatori

Abbiamo già parlato della spalla dolorosa (qui) ora vediamo nello specifico la tendinopatia della cuffia dei rotatori che viene definita come

 

dolore e debolezza, maggiormente avvertita nei movimenti di rotazione esterna ed elevazione di spalla, come conseguenza di un carico eccessivo sui tessuti della cuffia dei rotatori

La causa di questo disturbo è multifattoriale, cioè le cause possono essere più di una,  e possono essere attribuite a fattori intrinseci (direttamente dipendenti dal tendine) ed estrinseci (non dipendenti dal tendine).

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Cos’è la cuffia dei rotatori?

Con il termine cuffia dei rotatori ci si riferisce ad una struttura all’interno della spalla che si compone di 4 distinti muscoli e dei rispettivi tendini responsabili di stabilizzare la spalla e di permetterne i principali movimenti. Questi muscoli hanno la caratteristica di originare dalla scapola e di inserirsi sull’omero andando a formare l’articolazione gleno-omerale (nome dell’articolazione tra scapola e omero). I 4 muscoli che compongono la cuffia sono: il sovraspinato che ha come funzione primaria quella di sollevare il braccio (abdurre), il sottospinato ed il piccolo rotondo che hanno la funzione di ruotare verso l’esterno il braccio ed il sottoscapolare responsabile invece della rotazione verso l’interno del braccio.

Fino al 50% della popolazione riporta di aver avuto almeno 1 episodio all’anno di dolore alla spalla ed il 54% di queste presenta ancora sintomi dopo 3 anni.

La tendinopatia della cuffia è il tipo più comune di disturbo alla spalla ed è presente nel 30% della popolazione, l’incidenza di questo disturbo aumenta con l’età e negli individui che svolgono attività o sport con movimenti ripetuti del braccio sopra la testa.

Spesso si sente parlare di tendinite, tendinosi, paratendinite o lesione parziale della cuffia; tutti questi quadri vengono classificati all’interno della tendinopatia della cuffia dei rotatori.

Fattori di rischio

I principali fattori di rischio per tendinopatia della cuffia sono occupazionali, ovvero l’attività lavorativa gioca un ruolo fondamentale nell’insorgenza di questo disturbo. I principali fattori di rischio individuati dalle più autorevoli pubblicazioni scientifiche sull’argomento includono: postura scorretta, lavori pesanti, posture statiche mantenute a lungo, movimenti ripetitivi dell’arto superiore, lavorare facendo attività che richiedono l’uso della mano al di sopra della spalla, mancanza di riposo. Esistono tuttavia fattori di rischio per le incidenze delle tendinopatie in generale e possono essere riassunti in squilibri tra i vari gruppi muscolari, disturbi metabolici, scarsa flessibilità e mobilità, obesità, età avanzata.

Cause

Ad oggi, non è ancora possibile identificare una causa definitiva per la tendinopatia della cuffia, ma sono stati proposti alcune teorie che si basano su meccanismi intrinseci ed estrinseci.

I meccanismi estrinseci sono principalmente due:

  • la compressione della cuffia tra i tendini e la borsa sotto-acromiale (struttura che ha il compito di ridurre l’attrito tra l’osso e il tendine) che può essere dovuto ad alterazioni anatomiche dell’acromion (estensione della scapola che in alcuni casi può essere particolarmente pronunciato o acuminato), alterazioni della cinematica dell’omero e della scapola, posture alterate, deficit della muscolatura della cuffia e della scapola in generale (la debolezza muscolare riduce lo spazio-subacromiale), scarsa flessibilità del piccolo pettorale o della capsula posteriore
  • l’ “impingement interno” e non è legato alla riduzione dello spazio subacromiale ma è dovuto alla compressione della parte posteriore del tendine direttamente sulla testa dell’omero.

I meccanismi intrinseci invece determinano un cambiamento della morfologia e della performance del tendine. La causa di queste alterazioni deve essere ricercata nel sovraccarico da tensione o da forze di taglio, traumatismi, vascolarizzazione alterata, età e alterazioni delle proprietà del tendine.

 

Sintomi

Il dolore viene percepito nell’area della sofferenza tendinea, quindi in prossimità del tendine dei 4 muscoli della cuffia, anche se nella maggior parte dei casi viene riferito anteriormente, in alcuni casi può essere apprezzato del gonfiore in quest’area.

Il dolore non insorge improvvisamente ma aumenta gradualmente nel tempo andando ad influenzare e limitare via via le attività della vita di tutti giorni. Il dolore viene avvertito maggiormente quando viene effettuato nell’alzare anteriormente il braccio (flessione di spalla) o lateralmente (abduzione di spalla).

 

Diagnosi

La diagnosi è basata su vari aspetti a partire dall’anamnesi recente vengono infatti valutati possibili fattori di rischio, in particolare l’attività lavorativa, l’insorgenza del dolore e il suo andamento. Al paziente verranno somministrati alcuni questionari con la funzione di comprendere meglio l’entità del dolore e quanto il disturbo influenzi o limiti le attività di tutti i giorni.

Viene poi esaminata con attenzione la spalla per valutare scompensi e alterazioni posturali.

Vengono poi utilizzati test muscolari e articolari per fornire un quadro più chiaro del disturbi.

Le metodiche di diagnosi strumentale vengono usate solamente per rafforzare le ipotesi formulate durante la valutazione e la clinica oppure per escludere altre patologie come la capsulite adesiva, rottura completa della cuffia, discopatie cervicale, tendinopatia bicipitale, artrite della spalla tra le principali.

La metodica che viene più comunemente usata per rafforzare la diagnosi di tendinopatia della cuffia dei rotatori è l’ecografia, tuttavia il suo ruolo nel corso degli anni ha subito un forte ridimensionamento. Recenti studi hanno confermato la poca accuratezza di questa metodica diagnostica e la scarsa correlazione dei reperti diagnostici con la sintomatologia del paziente (nel 96% della popolazione asintomatica sono state individuati reperti di patologie di spalla).

 

Trattamento

I farmaci usati nella tendinopatia della cuffia dei rotatori sono principalmente due: antinfiammatori non steroidei ed il cortisone (tramite iniezione subacromiale). Sebbene permettano una temporanea riduzione del dolore, l’utilizzo frequente determina un indebolimento della struttura del tendine rendendolo più propenso ad ulteriore degenerazione, inoltre tra gli effetti collaterali abbiamo la sensitizzazione nella zona dell’iniezione, atrofia e decolorazione cutanea.

Chirurgia

Il trattamento chirurgico dovrebbe essere preso in considerazione solamente quando il trattamento fisioterapico non ottiene risultati, con l’esercizio terapeutico somministrato dal fisioterapista si hanno risultati sul dolore e sulla funzionalità comparabili con la chirurgia.

Fisioterapia

Il trattamento conservativo è sempre la prima strada da percorrere quando si soffre di tendinopatia della cuffia. La fisioterapia permette di ridurre il dolore e l’eventuale gonfiore, recuperare l’articolarità ed infine la forza per poter svolgere con completa funzionalità le attività della vita di tutti i giorni.

Nella fase acuta del dolore il fisioterapista fornirà consigli al paziente sulla postura da mantenere, su come scaricare tensione dalla cuffia durante il giorno e sulla posizione migliore per dormire, su quali movimenti evitare e quali modificare. La Laser terapia può essere usata nelle prime fasi per ridurre l’infiammazione nelle aree peritendinee e fornire un effetto analgesico locale. Inoltre può essere applicato del Kinesiotaping per diminuire il gonfiore ed aumentare il range di movimento

Successivamente viene curata la parte articolare e muscolare tramite esercizi di mobilità articolare e di rilassamento e rinforzo muscolare. Generalmente la progressione del trattamento vede prima esercizi di mobilità, allungamento e terapia manuale per poi passare al rinforzo muscolare.

L’esercizio terapeutico nella spalla dolorosa è l’intervento riabilitativo che assicura i migliori risultati; gli esercizi  di rinforzo si basano sulla corretta attivazione delle catene cinetiche, sulla correzione dei pattern motori alterati, sulla correzione del ritmo scapolo omerale e sulla stabilità della spalla.

Il fisioterapista prenderà nota dei miglioramenti in termini di mobilità, forza, dolore e funzionalità confrontandoli con i dati presi ad inizio trattamento (questionari).

Quando il trattamento sarà concluso, per mantenere i risultati, il fisioterapista fornirà al paziente una serie di esercizi da continuare ad eseguire per le successive settimane.